L’esposizione, al secondo piano dell’edificio, si articola in numerosi temi che connotavano il mondo contadino con tradizioni e cultura radicate in una catena generazionale di vari secoli.
Da una parte si ritrovano oggetti dai più comuni legati alla casa rurale e al vivere quotidiano ad altri più particolari, come un arco in cotto di caminetto databile al XVI secolo, un congegno di girarrosto (menarosto), una gramola da pane e, poi, pentolame vario.
Viene distinto inoltre il settore della religiosità ed uno dedicato a caccia e pesca.
Riguardo il tema dei dei pesi e delle misure agrarie sono esposti attrezzi relativi alle vecchie misure locali, ufficialmente decadute dopo l’entrata in vigore del sistema metrico internazionale ma persistenti ancora per molti decenni nelle contrattazioni a livello di piccolo mercato ed ora rimaste solo nel gergo (campo, biolca, pertica, ecc. ). Così qui ritroviamo stari, quarte (utilizzati per le misure granarie), alcuni recipienti tarati per i liquidi, un compasso per la cubatura della ghiaia, un timbro per sacchi, oltre che stampi per coppi e mattoni comuni.
Interessante l’angolo dedicato alla stalla ed ai lavori agricoli, con bella esposizione di gioghi (do), semplici o doppi, finimenti per gli animali da lavoro e traino, attrezzi per l’aratura e la semina ed ancora attrezzi minori per lavori particolari, prodotti dalla necessaria arte dell’arrangiarsi (ditali di canna, teiaroli, naselo, paracorni, rampon, ecc.).
Vi compaiono anche due formelle in terracotta dei santi protettori.
In un altro spazio sono raggruppati gli utensili per la filatura e la tessitura; vi fanno bella mostra una gramola (el cànio) per la canapa, una chija, un corlo, due filarini ecc.
Ma lo strumento più appariscente è un bel telaio da produzione casalinga, dei primi del novecento, completo di tutte le sue parti.
Sono inoltre esposti molti altri oggetti difficilmente collocabili in un ambito tematico, sia per l’esiguità numerica sia per la loro versatilità d’impiego: essi sono collocati su apposite rastrelliere o appesi alle travi del soffitto, cercando di imitare il modo originario di sistemazione nelle cantine o nelle stalle: pale e paloti di legno, badili, forche, rampini, lòre, mùneghe (scaldaletti), fogàre, tamìsi (setacci), fascere per formaggio, falci e falzini, seghéti, taie (carrucole), bataùri, bigòli, persino un pettine per raccolta di camomilla.