Il Museo delle Centuriazioni Romane di Granze sviluppa in particolare un discorso specifico relativo alla trama degli interventi antropici nel territorio padovano nel tempo, soprattutto a quella geometrizzata del periodo romano. Raccoglie tra l’altro vari manufatti e oggetti provenienti principalmente dalle aree archeologiche del comune di Granze e dal territorio tra Adige e Colli Euganei (i più antichi risalgono al terzo millennio a.C. con varie selci dell’industria campignana). La scelta di Granze quale sede museale è giustificata dal fatto che qui si incrociano vari sistemi centuriati (divisioni agrarie in età romana) e che qui sono stati rinvenuti due cippi trachitici decussati – posti nei punti d’incontro dei cardini con i decumani – ora esposti al centro della mostra. La peculiarità di questo piccolo museo sta nell’illustrazione – mediante 6 pannelli luminosi, con supporto di foto aeree in bianco e nero e all’infrarosso – degli interventi di sistemazione agraria di carattere centuriato in tutto il territorio a Sud di Padova, mettendo in evidenza i relitti delle varie tracce ancora evidenti nella cartografia attuale. Sono inoltre presenti modelli dello strumentario dei gromatici, con ampia descrizione dei vari sistemi di misurazione e delimitazione dei terreni, a seconda della loro natura e dello sgrondo generale dell’area colonizzata. Da ultimo, si fanno presenti i tempi delle assegnazioni delle porzioni di centuria ai veterani romani.
L’itinerario museale inizia con la presentazione di quattro carte tematiche che, a varie scale, illustrano gli interventi di sistemazione agraria di carattere centuriato in tutta la Bassa Padovana. Tali azioni di bonifica vennero probabilmente reiterate, nel corso del I–II sec. d.C., per ben tre volte a causa di un problema legato allo scolo delle acque, come risulta ben leggibile dalle fotografie esposte nei pannelli luminosi. Il resto della sala è costituito da una serie di vetrine che espongono reperti legati al mondo dell’edilizia (frammenti di pavimentazione, intonaco, tessere musive, mattoni di diverse misure, tra cui alcuni bollati), della casa (frammenti di anfora, olla e patera, pesi da telaio, fusarole e rocchetti, frammenti di ceramica dei Veneti Antichi e del periodo medievale, due frammenti di mattone con inciso il gioco magico-religioso della tria, e poi vasi, piatti, ciotole del XV – XVI secolo assieme a vetri di ampolle e bicchieri risalenti al XVII secolo) e dell’universo funerario (una stele funeraria in calcare del I sec. d.C. con ritratto del defunto, frammenti di urna funeraria contenenti residui di ossa, un lacrimatoio, un vasetto di ceramica sigillata e una moneta dell’imperatore Gallieno del 260 d.C.). Il pezzo più rilevante dell’intera esposizione è posto al centro della sala. Si tratta di un cippo gromatico di trachite con inciso sulla sommità il segno di decussis, la croce con cardini cumani che serviva per dare l’orientamento alle centuriazioni. Per esaltare l’importanza e la funzionalità di questo reperto è stata ricostruita, al di sopra dello stesso, una groma in legno sull’esempio di quella ritrovata durante gli scavi di Pompei. Oltre a ciò, si deve evidenziare la presenza di un ulteriore pannello luminoso che illustra con immagini il posizionamento e le diverse parti della groma e il procedimento per tracciare i kardines e i decumani. Un altro oggetto particolarmente raro è la Bocca o Boccatura che serviva per calibrare la quantità di polvere da sparo delle antiche bombarde.
Info e contatti
Via della Libertà 36, Granze (PD)
Tel +39 0429 690209